Terzo numero della collana la nostra musica, stampato su carta usomano avoriata e righettata nel mese di gennaio 2022 in 20 copie (+ due). Il volume consta di 20 pagine compresa la copertina, nel formato (chiuso) cm 13 x 19.
La mia preferita delle due tovaglie (che come ho detto hanno lo stesso formato e le stesse dimensioni) è quella più ‘pulita’ formalmente, con la tessitura molto fine che non lascia vedere con chiarezza il suo disegno (che pure c’è, alquanto diafano). Anche l’altra è bella, ma i pattern della tessitura sono più ricchi ed evidenti – ciò che serviva e serve anche a piazzarla bene sul tavolo. Quella che preferisco ha al centro un motivo ricamato, due lettere intrecciate in stile Déco, o Art Nouveau, che proprio per il fatto di trovarsi in quella posizione aiuta a disporre la tovaglia nel miglior modo possibile. Le due lettere – ci ho messo un po’ a capirlo, tanto sono stilizzate e intrecciate fra loro – sono una P e una A, evidentemente le iniziali di cognome e nome, e da tempo mi arrovellavo per cercare di capire anche a chi potessero appartenere, ma invano. Fino a stamattina, quando ho avuto una specie di folgorazione, e una luce mi ha illuminato istantaneamente.
(da La tovaglia della zia, 2019)
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Secondo numero della collana la nostra musica, stampato su carta usomano avoriata nel mese di settembre 2021 in 60 copie (+ sei). Il volume consta di 16 pagine compresa la copertina, nel formato (chiuso) cm 13 x 19, con due immagine a colori fuori testo. All’interno due testi, L’ora del giorno, di Donata Lazzarini e Le case di Donata, di Carlo Fossati.
Questo piccolo libro doveva accompagnare una mostra di un solo giorno, che avrebbe dovuto avere luogo giovedì 25 settembre 2020. Ne provammo insieme l’allestimento, io e Donata, un giorno di luglio di quello stesso anno, nella casa di Elisabetta Chicco Vitzizzai in via Cavour 19 a Torino. C’era anche Pietro Vitzizzai, padrone di casa e marito di Elisabetta, che ci assistette con grande disponibilità e discrezione, rispondendo ad ogni nostra estemporanea richiesta. Dopo l’estate, ci rendemmo conto ben presto, Donata ed io, che la mostra avrebbe dovuto essere quantomeno rimandata a data indefinita, e dopo qualche mese dovemmo rassegnarci: era annullata, non si sarebbe mai fatta. Ma quel giorno di luglio la vedemmo, noi tre, ed eravamo contenti di come era venuta, e ansiosi di farla vedere ad altre persone, quando sarebbe venuto il momento, il 25 di settembre. Perciò qualche mese fa, prima dell’estate, ormai assolutamente certi dell’impossibilità di presentare la mostra che dà il titolo al librino, decidemmo di pubblicare comunque questo piccolo libro, che parla di una mostra che nessuno, a parte noi tre, potrà mai visitare1.
C. F., 6 ottobre 2021
ps: mi sono reso conto oggi per la prima volta, mentre scrivevo questa breve presentazione, che giovedì 25 settembre 2020 è un giorno che non c’è mai realmente stato; ho infatti scoperto, controllando il calendario del 2020, che la data cadeva bensì di venerdì, e il giorno prima, giovedì, ne avevamo 24.
“L’ora del giorno” è il nome che ho dato ad una serie di mostre dedicate a case che amo, tutte costruite tra gli anni ’20 e ’30. Sono molto diverse tra loro, alcune esprimono un avanzato modernismo, altre ai miei occhi sembrano anomalie temporali. I proprietari ideando questi spazi hanno pensato a questioni molto personali, e si sono profondamente identificati in queste case trasformandole in veri e propri casi architettonici. Questa allestita in via Cavour 19 a Torino è la prima della serie e, come in una ouverture, presenta anche testimonianze delle altre case che fanno parte del progetto.
da L’ora del giorno, di Donata Lazzarini, 2019-20
Donata Lazzarini, una veduta di Casa Chicco (fot.), 2020
Io non ho mai potuto conoscere personalmente Elisabetta, soltanto i racconti di Pietro e di Donata me l’hanno evocata. Ma la mia sensazione – che provai intensamente soprattutto in occasione della seconda visita, nel luglio scorso – è che la sua presenza in quella casa così particolare, a cui lei si sentì sempre fortemente legata (e dove volle chiudere gli occhi per sempre), grazie alla sensibilità, discrezione e delicatezza di Donata – con la preziosa disponibilità di Pietro – torni ora, per poche ore di un unico giorno, a rivivere con intensità e naturalezza. E credo che soprattutto i suoi amici di sempre, coloro che venivano a trovarla e si trattenevano a chiacchierare con lei, potrebbero confermare questa mia sensazione. Ciò che attesterebbe la bontà e la riuscita di questo progetto, da Donata lungamente pensato e preparato con dedizione, amore e rispetto per una persona che conosceva bene e da lungo tempo.
Primo numero della collana la nostra musica, stampato, su carta usomano avoriata e righettata, nel mese di luglio 2021 in 20 copie (+ quattro). Il volume consta di16pagine – compresa la copertina – nel formato (chiuso) cm 13 x 19, con una immagine a colori fuori testo.
Nel mese di giugno 2020 venne pubblicata una prima edizione limitata (3 copie + una) di questo libro (v. QUI). La presente edizione ha un’impaginazione lievemente differente, inoltre alcune parti del testo sono state riviste e parzialmente modificate.
Oggi, domenica 28 settembre, nel pomeriggio sono andato, tornandoci per la prima volta dopo molto tempo, a M., o meglio, nella piccola valle che sta un po’ sotto il basso colle sul quale è poggiato il paese. Il tempo era discreto, per questo inizio di autunno freddino e quasi senza sole (un po’ deprimente) e allora mi son deciso, forzandomi anche un poco. Con stupore, e con immenso piacere, ho scoperto che il paesaggio non è cambiato quasi per niente.
(da Una passeggiata autunnale a M., 2008)
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Stampato nel formato A4 (cm 21 x 29,7) e pubblicato nel 2008 in tre esemplari, consta di 42 pagine, con nove riproduzioni fotografiche a colori fuori testo. Tutti i nove testi sono stati liberamente tratti da “Ise monogatari” (I racconti di Ise). Tutte le immagini sono state scattate nel pomeriggio del 13 aprile 2003, in un luogo imprecisato. Traduzioni dall’italiano all’inglese di Magica Fossati. Il libro è la prima pubblicazione leppi lampi labors in assoluto.
immagine nr. 1
Tempo fa un uomo decise di partire verso un certo luogo, apparentemente senza un motivo particolare. Poiché non conosceva la strada, procedette con esitazione.
Seconda tiratura, 30 cartoline (fino alla numero 64), nel formato 11,1 x 14,8 cm, riproducenti fotografie scattate fra il 2008 e il 2019, stampate a giugno 2021.
cartolina nr. 56 (fotografia P1240208 del 17 aprile 2017)
Questa immagine è strettamente legata a un passaggio del libro Passeggiate sull’isola, pubblicato nel mese di maggio 2018.
Pubblicato nel mese di dicembre 2019 in 24 copie (più quattro) nel formato 13 x 19, ha 42 pagine più una illustrazione fuori testo in b/n. Al suo interno 19 testi (più uno in Appendice), scritti fra il 2016 e il 2018.
A volte, mentre si è a letto aspettando il sonno, si comincia a pensare a una certa cosa, si segue un filo, velocemente, è come una tela tessuta da un ragno, che si muove deciso con la massima rapidità. D’un tratto, tutto svanisce, tutto si perde da un momento all’altro, ci si trova sospesi nel vuoto, come se la tela si fosse dissolta. Non ci è possibile ricordare niente, anche se è passato soltanto un secondo, o forse meno. Sembrava un ragionamento complesso e ben articolato, qualcosa di veramente importante, su cui eravamo concentrati. Finito, e dimenticato per sempre. Cose che accadono, quando accadono, in uno di quei momenti, quando si sta sulla soglia fra una stanza e l’altra, fra un mondo e un altro.
(tratto da Varchi)
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Stampato nel mese di giugno 2019 in 100 copie nel formato di cm 13 x 19, per un totale di 90 pagine esclusa la copertina. Contiene anche due immagini fuori testo in b/n, una di Alessandro Quaranta e una dell’autore. Il libro raccoglie quattro piccoli libri pubblicati separatamente, in edizione limitata e numerata, nel 2018: Le rane di Digne (e altri animali), Ricordi dal labirinto, Un altro viaggio in Francia e Un viaggio in Italia, altrettanti “resoconti di viaggi compiuti dall’autore in luoghi diversi dell’Italia e della Francia nel corso dell’anno 2018”.
Finalmente arrivo alla stazione della metropolitana e imbocco l’entrata: c’è una scala mobile, anzi tre, due che scendono e una che sale, a piedi non si può scendere, e neppure salire. Guardando dalla cima verso il fondo mi accorgo che la lunghezza della scala è veramente inconsueta, anzi abnorme, e deve coprire un dislivello notevole, a occhio saranno 20 metri. È davvero molto ripida, e mentre inesorabilmente mi trascina laggiù, verso un pavimento fatto di piastrelle multicolori, la sensazione (che mi sembra di rivivere) è quella di precipitare lentamente nel vuoto, in un abisso. Poi il breve viaggio in metropolitana verso la stazione degli autobus, e all’arrivo, risalendo verso la superficie, di nuovo la stessa ripida pendenza da superare, e in cima alla scala una luce, quella luce. Ma sono finalmente arrivato agli autobus, fra poco partirò per Aix.
[da Marseille, in Le rane di Digne (e altri animali)]
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Pubblicato nel mese di giugno 2019, consta di 46 pagine nel formato di cm 13 x 19, con una immagine fuori testo a colori. Stampato, nel mese di maggio 2019, in 24 copie numerate (più due), contiene 17 testi (più due in Appendice) scritti fra il 2017 e il 2018.
In città esistono luoghi in cui, arrivandoci, si ha la sensazione che ci sia qualcosa di molto diverso da tutto il resto, qualcosa che però non è facile descrivere. Anche perché non si vede veramente, si intravede appena, ovvero se ne percepisce la presenza, in quel momento. Quasi sempre, non ci si può ritornare, o perché non si ritrova la strada, o perché lo si trova cambiato, quasi irriconoscibile. È quindi piuttosto un certo momento in quel luogo che abbiamo vissuto, e che ricordiamo, ma che si è perso per sempre, anche quando – se lo ritroviamo, anche dopo poco tempo – sembra proprio quello. Rimane il ricordo di quell’esperienza, che diverrà ben presto il ricordo di un ricordo.
(tratto da Laghi apparenti)
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Pubblicato nel mese di aprile 2019 in 24 copie (più quattro) nel formato cm 13 x 19, “Il cuore al buio” consta di 18 pagine, con una illustrazione a colori fuori testo.
Il battito del nostro cuore assomiglia a un bussare, c’è qualcuno che bussa alla porta, dentro di noi, in piena notte. E a volte, per qualche attimo, non lo riconosciamo, scambiandolo per un suono proveniente da fuori, come un segnale, o come tamburi che risuonano di lontano. Ma sempre ci appare come un qualcosa altro da noi, che non conosciamo e non possiamo controllare, con cui è difficile venire a patti, perché parla una lingua incomprensibile.
(estratto dal libro)
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