Things he would like /3

Lo scorso 21 gennaio ricorreva il 10° anniversario della scomparsa di Rolf Julius. Per ricordarlo, ho pubblicato 32 cartoline, ognuna con una diversa immagine, e a partire dalla fine del 2020 le ho spedite ad altrettante persone che lo conobbero ed ebbero con lui rapporti amichevoli e/o collaborativi. Tutte queste persone sono anche miei amici o conoscenti, che conobbi attraverso Julius, o che lo conobbero attraverso me, grazie soprattutto alle numerose iniziative realizzate con lui, fra il 2001 e il 2011 (v. e/static). Qui sotto una scelta di immagini, scattate fra il 2012 e il 2017, ogni volta che mi capitava di scorgere, ovunque mi trovassi) qualcosa che mi faceva subito pensare a lui, e che, sono convinto, gli sarebbe piaciuto. La maggior parte delle immagini che compongono Things he would like /3 sono state scattate a Torino, nei dintorni di casa mia, oppure proprio in casa, molte sul terrazzo che fu di blank, fino al dicembre 2018. Le altre immagini sono state scattate, qualcuna nei dintorni di Torino, altre nel Victoria (Australia), una a Bruxelles, qualcuna a Uusikaupunki (Finlandia), una a Hong Kong.

Tutte queste immagini sono istantanee, scatti fatti per fermare un momento particolarmente intenso, quanto fugace, quando mi capita di assistere a un certo fenomeno, in genere quasi inapparente, a malapena percettibile, che si manifesta all’improvviso. Contemporaneamente, o quasi, penso a lui, come se fosse accanto a me e me lo mostrasse, o come se fossi io a volerglielo mostrare, sicuro che gli piacerebbe. Altre volte mi capita di notare, dopo aver scattato la fotografia, a volte anche molto tempo dopo (è il caso dell’immagine del muschio con gli aghi di pino scattata nel 2015 in Val Pellice) che quell’immagine gli piacerebbe, che ha qualcosa di incontestabilmente suo, sia perché assomiglia a immagini sue, sia perché, pur non assomigliando a nessuna delle immagini delle sue opere, ha qualcosa che le ricorda molto da vicino, e sembra che potrebbe identificarsi con il suo sguardo. Sempre, vedere una certa cosa, e poi la sua immagine fotografica, provoca in me il verificarsi di un piccolo miracolo, perché ho la netta sensazione che lui la stia guardando mentre la sto guardando io, nel momento stesso in cui accade oppure dopo, guardando l’immagine sullo schermo del mio computer, o stampata.
La sua attenzione, così come la mia, era soprattutto rivolta verso tutto ciò che accadeva incidentalmente, senza artificiosità e senza preparativi né preparazione, improvviso e incontrollabile.

(testo probabilmente scritto nel 2016, forse il 1° marzo di quell’anno; modificato oggi, 2 marzo 2023)

L’immagine qui sopra, la numero 1 della serie Things he would like /3, la scattai il 22 aprile 2013, all’epoca della mostra Things he would like /1. Ma il ritrovamento di questo barattolo di vetro contenente vari piccoli oggetti metallici, in buona parte arrugginiti, risale al 2011, poco dopo la scomparsa di Rolf Julius. Lo trovai in un piccolo armadio sotto il lavello della cucina della casa dove ancora abitavo, dovevano essere lì, in un angolo, da molto tempo, e l’umidità del luogo aveva avuto i suoi effetti. Immediatamente, appena lo presi in mano e lo guardai con attenzione, pensai che sarebbe piaciuto a Julius, e fu come se lo vedessi con i suoi occhi. Da lì, in seguito, prese avvio l’idea di raccogliere cose, o piuttosto fotografarle, quasi sempre (quando le vedevo casualmente in giro, e non aveva senso che me le portassi a casa) per creare una collezione di momenti in cui Julius, che scomparve nel mese di gennaio, era come se rivivesse attraverso me.

Questa è l’immagine numero 4 del progetto, la scattai il giorno 8 ottobre del 2015 in casa mia, in via Reggio 27. Avevo messo in questa ciotola delle mele, e dopo averle mangiate erano rimaste soltanto le foglie, che poi ovviamente seccarono.

Questa è l’immagine numero 6, del 16 febbraio 2015, scattata sul terrazzo di blank, in via Reggio 27, in un giorno di pioggia. A Julius la pioggia piaceva molto, così come gli piaceva quel terrazzo, dove allestì un’opera molto bella quando fece la sua terza mostra, Two spaces (walking), nel 2007.

Questa è la numero 8, del 13 ottobre 2016. Ero a casa di un amico, in Val di Susa, nel suo laboratorio, quando notai quella ciotola che doveva contenere qualche sostanza (forse un detersivo) ormai liofilizzata. Lui voleva donarmela, perché me la portassi a casa, ma mi parve avesse più senso fotografarla lì dove stava, e dove l’avevo vista, senza spostarla. Spesso Julius usava ciotole simili per le sue installazioni, riempiendole a metà di pigmenti, ossidi o detersivi liquidi dai colori accesi, che poi seccavano, come era appunto successo a questa sostanza.

Questa è l’immagine numero 11 di Things he would like /3, la scattai il 26 ottobre 2015 per strada, nei dintorni di via Reggio, dove vivo. Ne feci molte altre simili, questa mi pare certamente una delle più interessanti.

Questa è una di tante foto che scattai a Uusikaupunki, in Finlandia, all’inizio di luglio nel 2012, e in questa serie ce ne sono altre due. Ero andato a visitare, su invito di Nina Julius, la loro bellissima casa prima che fosse messa in vendita. Lui adorava quel luogo, ci passava tutte le estati, e talvolta ci andava anche, brevemente, in altre stagioni.

Questa la scattai a Melbourne (non ricordo il nome del quartiere) il giorno di Capodanno del 2016. Ero andato lì con mia figlia e mia nipote, a casa di loro amici che avevano dato una piccola festa, soprattutto dedicata ai bambini, presenti in gran numero. Noi arrivammo piuttosto tardi, nel pomeriggio, avevano già pranzato, evidentemente mangiando moltissime uova sode.

Questa è la numero 31 (la numerazione che diedi alle 32 immagini è molto casuale, senza una regola precisa, anche se la 1 e la 32 sono davvero la prima e l’ultima, in ordine cronologico) e la scattai, come la 8, in Val di Susa, il 16 maggio 2016 nei pressi di una casa in pietra disabitata, all’interno di un bosco. C’era una vasca, sempre in pietra, contro un muro (o forse lì nei pressi, non ricordo più bene) piena d’acqua stagnante, una specie di piccola palude piena di foglie secche e erbe acquatiche. Julius aveva un debole per queste cose, una volta, forse nel 2009, lo accompagnai a vedere un piccolo stagno nella campagna presso Torino, dopo Chieri, gli piacque molto.

calicanto 2021

Quello che si vede nell’immagine qui sotto è uno dei primi fiori della grande pianta di calicanto che si trova sul terrazzo di blank. La pianta (che poi sono quattro, tutte in un unico grande vaso) è strettamente legata alla storia di e/static, dato che i semi, raccolti nella casa di Addo Lodovico Trinci in Garfagnana, vennero piantati nel 1999, crescendo poi sul balcone della casa in cui vissi fino a una decina di anni fa. Le piante vennero trasferite in un grande vaso collocato sul terrazzo di blank nel 2007 – se ben ricordo – e sono sempre rimaste lì, continuando a crescere. Ogni anno, in pieno inverno, a volte già verso fine gennaio, altre all’inizio di febbraio, come quest’anno, fioriscono, quando ancora sui rami rimangono molte foglie secche dell’anno precedente. I fiori hanno un intenso profumo, e sono piuttosto durevoli, quindi è probabile che il loro profumo si possa sentire intensamente ancora a lungo, forse per tutto il mese.
Addo Lodovico Trinci, insieme con Daniela De Lorenzo, aprì, con una doppia personale, l’attività di e/static, nello spazio originario in via Parma 31 a Torino, nel mese di aprile 1999.

calicanto 2021

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