A poco a poco tutta la sua vita diventa ricordo. Anche il presente diventa ricordo. Anche le cose che gli stanno davanti e il suo corpo stesso, egli da un misterioso avvenire li vede nel passato.
Alberto SAVINIO, Il signor Mūnster

Sono qui sospeso, inerte si può dire, il tempo trascorre in me con la massima lentezza. Non succede nulla, niente che sia l’effetto di una mia decisione, di un mio gesto deliberato, propositivo. Assisto a questo nulla, di quando in quando acceso da un evento minimo, qualcosa che fa un insetto, o un uccello, oppure un refolo d’aria, quando improvvisamente muove una parte delle chiome di un albero, soltanto quella. Il caldo è spesso quasi insopportabile, considerando che mi trovo a un’altitudine di 900 metri abbondanti; così evito di uscire da questa angusta e scomoda tana nelle ore centrali del giorno, quelle più calde appunto. Aspetto, continuamente, che qualcosa succeda al mio corpo, ora così debole e inane, da settimane ormai. Sarà un piccolo miracolo, che ne provocherà altri, in serie, e allora mi rialzerò da questo stato di morte apparente, o di vita apparente, perché da fuori sembrerò, agli altri, vivo, ma veramente morto io mi sento, trattenuto in questa immobilità. Non mi muovo quasi – se non a prezzo di grande fatica, che dopo rimane a lungo nei miei arti, appesantendoli – ma neppure riesco a pensare, a muovermi in quell’altro senso, che sempre mi è stato così congeniale, quanto e anche più dell’altro (ma nella vera vita vanno insieme, sempre, in osmosi).
Ogni tanto mi sembra di percepire quella scintilla miracolosa, come se stesse per liberarsi, e liberarmi. Una sensazione fugace, che provo raramente, ma che forse è un preavviso, e prima o poi la scintilla verrà, e io mi rialzerò.
24 luglio 2022, B.
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