Stampato da Inchiostro Puro (Grugliasco, TO) nel mese di luglio 2024 in 60 copie numerate, il libro consta di 64 pagine nel formato 13 x 19 su carta Fedrigoni Arena Natural Rough da gr. 120, copertina stessa carta gr. 200; all’interno 3 immagini a colori e 1 in b/n, tutte fuori testo.
Il libro contiene tredici testi scritti fra il 2009 e il 2019, più uno in Appendice, scritto nel 2017.
A un certo punto, nel mucchio di terra proveniente da un campo arato, uno dei due, non ricordo più se lei o lui, trovò una moneta da cento lire che doveva esservi caduta, smarrita da qualcuno, chissà quanto tempo prima, considerando anche che ormai da diversi anni la lira aveva cessato di avere corso legale. [da Centolire, ciottolo, mosca]
Era come se si vedesse tutto, in quel luogo, per la prima volta. Ma non c’erano più ombre, e nello stesso tempo si creò improvvisamente una sorta di strano silenzio, anche se molte persone lì in spiaggia continuavano a parlare, però a bassa voce. [da La seconda eclisse]
L’elemento forse più disturbante dell’immagine è la figura di una donna che si trova in piedi nei pressi della teleferica, in corrispondenza dell’angolo in basso sulla destra dell’immagine, a una distanza di circa sei o sette metri dalla stazione di partenza, mentre ci guarda. La donna indossa un paio di pantaloni neri, una canottiera azzurra (doveva sicuramente essere estate) e porta in testa un copricapo che potrebbe essere un casco, ciò che ne farebbe un’addetta al funzionamento della teleferica. [da La donna di Kaprun]
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La comunicazione ora è intesa come la trasmissione di qualcosa, un pensiero, un messaggio, un editto, un ordine eccetera. Un processo distanziato da chi vi partecipa, che non ci mette niente di suo, semplicemente trasmette, ecco, comunicare è diventato sinonimo di trasmettere. Quando ero molto giovane, ricordo come in certi ambienti che frequentavo, che avevo scelto di frequentare, spostandomi dal luogo in cui abitavo e vivevo, comunicare era tutt’altro, significava stabilire un contatto con qualcuno, incontrarlo, dirgli qualcosa in prima persona, soprattutto qualcosa che sgorgava dall’interno di una persona, parlando con un’altra persona. Ora invece la comunicazione avviene sempre più asetticamente, senza coinvolgimento personale: si passa la parola, che arriva da chissà dove, una parola che non ci appartiene – e ce ne liberiamo subito, trasmettendola –, perché non è sgorgata da noi, in un certo momento, trovandosi a parlare con qualcuno in grado di ascoltarci. In quei fortunati casi invece, il flusso è talmente favorito da questa situazione, da non interrompersi mai per molto tempo, anche ore, durante il quale due persone comunicano, ovvero creano insieme un sistema effimero e transeunte, assolutamente non preparato, che a malapena potrebbe essere trascritto, semplificandolo e quindi impoverendolo. Ora pare che le fonti siano prosciugate, non sgorga più acqua, non zampilla improvvisa nella conversazione, soprattutto ora, quando è diventato arduo stare insieme tranquillamente, senza sottostare ad obblighi sine qua non, che irrigidiscono le situazioni, le cristallizzano, soffocando la nostra voce e il nostro pensare, il pensare creativo che alla parola detta è strettamente connesso, stabilendosi fra i due termini un rapporto osmotico (v. Kleist, Sulla graduale produzione dei pensieri durante il discorso).
Stampato da Inchiostro Puro (Grugliasco, TO) fra marzo e aprile 2024 in 250 copie, il libro consta di 256 pagine nel formato 13 x 19 su carta Fedrigoni Arena Natural Rough da gr. 90, copertina stessa carta gr. 300 raddoppiata con Fedrigoni Materica Cobalt da gr. 250; sul dorso tela (serigrafata) Savanna 5930; all’interno 23 immagini in b/n e 27 a colori, tutte fuori testo. Nei 35 capitoli che lo compongono – oltre al testo che li precede e a quello che chiude il libro, a un Album di immagini e a un’Appendice – vengono trattati molteplici aspetti della vicenda di e/static, sviluppatasi fra il 1999 e il 2018 nei due luoghi espositivi torinesi (quello omonimo, in via Parma 31, e poi blank, in via Reggio 27) e in altri esterni, in Italia e all’estero. In chiusura del libro la ricostruzione completa di tutte le iniziative realizzate, insieme a un elenco delle pubblicazioni.
in copertina, immagine scattata a Hong Kong il 30 settembre 2014Patrice Carré, sport de l’année, 2011; dall’invito per Suoni in formazione (e altro ancora), 2012
Le memorie, in buona parte immaginate, talvolta sognate, di un gallerista per caso (o un non-gallerista, forse). Le sue esperienze in certi luoghi, con la complicità di molti amici, per lungo tempo. Quando a farla da protagonisti sono stati anche quei luoghi, e chi venne a vedere cosa vi succedeva. [dalla quarta di copertina]
commenti di lettori:
“Ho cominciato a leggere con lentezza il tuo libro e devo dire che ancora prima di immergermi, prendendolo in mano e osservando tutto ciò che hai raccolto nella busta, mi sono sentita privilegiata e contenta. La cura che metti nelle cose che fai è qualcosa che colpisce sempre. Tutto è estremamente scelto e ponderato, in radicale controtendenza con ciò che esperiamo quotidianamente. I primi capitoli consegnano già un distillato del pensiero e dell’approccio dei tuoi progetti. Ho vissuto solo gli ultimi anni di blank, quindi ora riesco a seguire il percorso dal suo inizio, un tempo in cui vivevo ancora lontana da Torino. Continuerò a leggere con lentezza, anche per la ricchezza dei vari riferimenti che hai inserito nel testo. Grazie”
Manuela Savioli
“… sto quasi finendo di leggere il tuo Allestire una mostra e ne sono soddisfatto. Voglio dire che la lettura, oltre che a scorrere piacevolmente, mi ha fornito diversi punti di vista, diversi nodi di riflessione. Gli scritti sono un continuo ritornare su alcuni punti ed allargarsi di altri, dimodoché si ha tempo per cogliere alcuni meccanismi essenziali nel tuo operare a favore dell’arte, della logica di una galleria, la tua logica ovviamente ( … ). Il tuo continuo riguardo nei confronti delle opere è, e non per un banale gioco di parole, costantemente una attenzione ed un doppio, o triplo o multiplo sguardo nei confronti delle medesime. Vi è attenzione agli autori, ma gli autori non sono, giustamente, l’unico nucleo di un’opera d’arte. Ed anche laddove certe cose credo non avrebbero suscitato il mio intero interesse, per impostazioni, per logiche etc. tu sei riuscito a dar loro un senso, anche un significato che non è quello della loro “traduzione” in parole, ma della loro configurazione sensoriale e percettiva ed elaborativa etc.”
Giancarlo Toniutti
“Il libro non è una documentazione del lavoro svolto nei due spazi espositivi, ma un’estensione narrativa e fotografica di ciò che è accaduto, un terzo luogo dopo e/static e blank, e anche una scultura portatile di cui possiamo saggiare il peso e le dimensioni, studiate accuratamente da Fossati in rapporto al gesto di prensione.”
Aurelio Andrighetto
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Il libro consta di 24 pagine (compresa la copertina) e misura cm 10,5 x15; stampato nel mese di gennaio 2024 su carta usomano avoriata e righettata gr. 90; copertina in cartoncino usomano avoriato liscio, gr. 300. Contiene gli stessi nove testi della versione in formato grande (v. qui) pubblicata lo scorso mese di aprile. Terza edizione, in un diverso formato, dopo la prima del 2008 (v. qui) e quella sopra indicata, è stata stampata in 20 copie (+ tre).
Un approfondimento sulla genesi di Nel bosco si può trovare cliccando qui
Numero 7 di la nostra musica, stampato su carta Nautilus Superwhite (90 gr.) nel mese di ottobre 2023 in 30 copie (+ tre) numerate a mano, consta di 20 pagine compresa la copertina, nel formato (chiuso) cm 13 x 19. Vi sono incluse anche due immagini fuori testo a colori. Il libro contiene le note per la prima mostra personale di Steve Roden per e/static, a year of skies, del 2002, scritte dallo stesso per presentare la mostra. Sono cinque testi, tutti tradotti in italiano, ognuno relativo a un’opera allestita nello spazio espositivo di via Parma 31 in quell’occasione.
the first time i visited the gallery i wanted to make a work for the beautiful skylights and the moving clouds and changing light. […] it is my hope that the sound, as well as the platform/ listening space will take the viewer outside of the gallery space to both the sky and possibly a space more internal.
immagine scattata da Sari Roden a Torino, in via Parma 31, il 18 giugno 2001
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Il libro consta di 52 pagine (compresa la copertina) e misura cm 20 x 20.7; stampato, nel mese di aprile 2023, su carta ‘soporset’ (liscia) gr. 90, copertina in cartoncino grigio, comprende 9 illustrazioni a colori alternate ad altrettanti testi. Versione in lingua inglese di Nel bosco (v. qui); traduzioni di Magica Fossati. Nuova edizione, in un diverso formato, dopo la prima del 2008 (v. qui), è stata stampata in 12 copie (+ due).
Il libro consta di 52 pagine (compresa la copertina) e misura cm 20 x 20.7; stampato nele mese di aprile 2023 su carta soporset (liscia) gr. 90, copertina in cartoncino grigio, comprende 9 illustrazioni a colori alternate ad altrettanti testi. Questa nuova edizione, in un formato diverso, dopo la prima del 2008 (v. qui), è stata stampata in 12 copie (+ due).
Numero 6 di la nostra musica, stampato su carta usomano avoriata nel mese di gennaio 2023 in 30 copie (+ tre) numerate a mano, consta di 20 pagine compresa la copertina, nel formato (chiuso) cm 13 x 19. Vi è inoltre inclusa un’immagine fuori testo in b/n. Il libro contiene sette testi scritti da Dominique Petitgand fra il 2005 e il 2006. Stampati su altrettanti fogli A4, che furono affissi su una parete, essi vennero presentati nella sua mostra personale Con voci e senza, allestita fra maggio e luglio 2006 nello spazio espositivo di e/static, in via Parma 31 a Torino.
da Con voci e senza, 2006
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Quinto numero della collana la nostra musica, stampato su carta usomano avoriata nel mese di novembre 2022 in 30 copie (+ quattro), consta di 20 pagine compresa la copertina, nel formato (chiuso) cm 13 x 19; sono inoltre incluse due immagini fuori testo, in b/n. Il libro contiene due testi scritti in occasione dei due più recenti appuntamenti annuali di Mun ange, il luogo espositivo creato dallo stesso autore a Crissolo (CN). Mun ange esiste dal 2015, la sua attività è ampiamente illustrata sul sito munange.it.
Il padrone della bottega sentiva che era suo dovere pensare al destino della bottega, a cosa ne sarebbe stato dopo di lui. Non era sposato, non aveva figli, nessun parente importante cui affidarla, dopo un lungo tirocinio guidato da lui. Tutto sarebbe finito in un disordine tumultuoso, violento. E soprattutto ingiusto, come ogni morte improvvisa. Ma questo non si addiceva a una bottega, a ciò che una bottega significa per un paese. L’unico luogo in cui avvenivano scambi sostanziali, tutti minuziosamente regolati. Dove lo status delle persone, e delle loro famiglie, veniva ogni volta silenziosamente sottoposto a conferma. Perché una bottega era, subito dopo la chiesa, ciò che di più permanente esiste in un paese.
Quarto numero della collana la nostra musica, stampato su carta usomano avoriata liscia nel mese di giugno 2022, viene pubblicato in due versioni, quella originale in francese e quella tradotta in italiano. Ogni versione è stata stampata in 20 copie (+ quattro) e consta di 20 pagine compresa la copertina, nel formato (chiuso) cm 13 x 19. Entrambe contengono un’immagine fuori testo in b/n, dello stesso autore, che ha anche firmato tutte le copie del libro. Questa è la seconda pubblicazione del testo, facendo seguito a quella del 1999, sul numero 1 della rivista Humoir. È anche la sua prima pubblicazione in un’altra lingua. La traduzione in italiano è stata curata da Giuseppe Furghieri e Carlo Fossati.
Ivan le chauffeur se trouve debout, presque de face, le corps légèrement basculé en avant, sa tête est tournée vers la gauche. Il a les bras repliés en avant, le gauche remonte plus que le droit. Les mains se trouvent dans le prolongement des bras, elles sont presque dépliées. Les jambes sont légèrement fléchies, le talon de la chaussure gauche est décollé du sol. Ivan le chauffeur est posé sur le trait horizontal bas de la vignette. La ligne qui délimite la plinthe ocre passe à la hauteur du bas de ses chevilles.
(estratto dal testo originale francese)
Ivan l’autista è in piedi, quasi di fronte, il corpo leggermente piegato in avanti, la testa girata a sinistra. Ha le braccia piegate in avanti, la sinistra un po’ più in alto della destra. Le mani sono in linea con le braccia, e sono quasi del tutto aperte. Le gambe sono appena piegate, il tacco della scarpa sinistra è sollevato dal suolo. Ivan l’autista poggia sul lato orizzontale basso della vignetta. La linea che delimita il pavimento ocra passa all’altezza delle sue caviglie.
(traduzione italiana dello stesso estratto)
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