
Un manufatto – è questione di mani. E quelle mani poi appartengono soltanto a un uomo, cioè a un’unica mortale creatura, la quale con la voce e con il suo silenzio cerca di aprirsi una strada.
Solo mani veraci scrivono poesie veraci. Io non vedo nessuna differenza di principio tra una stretta di mano e un poema.
Le poesie, sono altresì dei doni – doni per chi sta all’erta. Doni che implicano destino.
Viviamo sotto cieli oscuri, e – di uomini ce n’è pochi. Proprio per questo ci sono anche così poche poesie. Le speranze che ho ancora non sono grandi; cerco di tenermi in serbo quanto mi è rimasto.
Paul Celan, da Lettera a Hans Bender, Parigi, 28 maggio 1960 (tr. di Giuseppe Bevilacqua)
(notizie dall’esilio /12)
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