Da tempo si è abituato a vivere come un carcerato. Della sua prigione ha la chiave, ne può uscire quando vuole. Ma lo fa raramente, perché ogni volta si accorge che uscire da lì vuol dire entrare in una prigione ancora più grande, e soprattutto meno sicura di quella, dove pure non si sente del tutto protetto dai pericoli. Quando esce, prova subito un senso di sollievo, di apertura e di ampiezza, ma dopo un po’ deve rientrare, ha bisogno di sentirsi di nuovo al sicuro, o meno esposto al pericolo. Poi, dopo qualche tempo, di nuovo il bisogno di uscire, anche se sa che sarà sempre così, sentirà sempre, dopo, il bisogno di tornare dentro al più presto possibile.