Mi dà un gran fastidio suscitare manifestazioni di affetto. Non c’è nessuna sfida nel suscitare affetto. È una forma di accordo, e spesso andare d’accordo in realtà non ti porta da nessuna parte. Ho sempre la sensazione che quando qualcuno dice: «Ti amo», in realtà voglia dire: «Ti odio». Mi sembra che se qualcuno sente il bisogno di esprimere una cosa del genere, o vuole sentirsela dire, ci sia qualcosa che non va. In realtà sta esprimendo una paura, o un dubbio.
La verità è il momento. Non lasciare che il momento passi.
La vita, matrimonio compreso, è fatta di uomini contro donne. È in corso una guerra costante, e, credo, deliziosa. Uomini e donne sono fondamentalmente diversi. Le donne sono protettrici, e gli uomini non possono avere bambini e non hanno l’istinto materno, perciò proteggono le protettrici. Gli uomini sono fatti per l’avventura. In un matrimonio l’infelicità è assicurata quando le donne non capiscono le differenze di fondo fra loro stesse e il fatto che gli uomini hanno bisogno di avventura.
Dobbiamo smettere di intellettualizzare troppo e basarci, invece, sui nostri sentimenti. Se provi qualcosa, allora è vero. L’unica verità che potrai mai conoscere risiede nell’emozione che provi. Quando perdiamo la consapevolezza istintiva della verità, non ci resta più niente. (…) L’amore avviene in un tempo anteriore a quello dell’intelletto.
È vero che nei miei film le donne vengono continuamente ingannate dagli uomini. È così nella realtà, e loro se ne accorgono. Il mio punto di vista nel presentare questa situazione è: «D’accordo. Cosa avete intenzione di fare? Volete trincerarvi dietro un muro oppure combattere per proteggere almeno in parte la vostra innocenza? ». Non ha importanza quali siano le attuali tendenze di pensiero: una donna deve sempre combattere per mantenere viva la sua sensibilità.
Mi piace che nelle persone ci siano dei segreti, che possono essere più interessanti di una «trama». In realtà tutti hanno dei segreti – come film-maker e sceneggiatore ti rendi conto che questa è la regola fondamentale: le persone hanno dei segreti.
Detesto il separatismo in tutto. Il movimento femminista non fa altro che spargere sfiducia tra le persone e allontanarle anche di più l’una dall’altra. A me piacciono le persone, e non condivido nessuno di questi pregiudizi, non mi piace che si allontanino da me. Mi piace che siano disponibili. Credo che oggi davvero esista un’ostilità sotterranea fra i sessi.
Qualunque cosa io veda, sono io che la vedo. Cerco di vederla dal mio punto di vista e non come mi hanno detto di vederla, o come la dovrei vedere, o come la vedono altri, o perché dovrei vederla. Detesto quando mi viene detto che cosa è una certa cosa. Voglio sempre scoprirlo da solo, voglio esprimere ciò che un personaggio sente veramente, e non solo cosa sente nella storia.
Io non sono capace di vivere. Non mi so vestire, non so andare d’accordo con gli altri. Non ci capisco proprio niente. Mi fa impazzire.
Le cose non sono mai chiare come al cinema. Nella maggior parte dei casi la gente, me compreso, non sa cosa sta facendo. Non sa cosa vuole o cosa prova. Solo nei film sa qual’è il suo problema e ha un piano per affrontarlo. Perché dobbiamo essere come la gente non è? La vita è più strana del cinema. Le cose della vita sono molto più interessanti di quelle con cui fanno i film.
Non sono molti oggi a mettersi in gioco, perché tutti hanno paura. Mi dà la nausea questa piccola città vigliacca, in cui la gente va a vedere solo i film che sa già che avranno successo, quelli che gli studios definiscono bellissimi.
Il concetto di accessibilità mi dà davvero fastidio. Non credo che la gente voglia una vita facile; credo che sia una malattia degli Stati Uniti. Mostro agli spettatori sprazzi di idee che li confondono, li destabilizzano e li disturbano, e così fornisco loro cibo per la mente. Per tutta la mia vita ho combattuto contro la chiarezza – contro tutte quelle stupide risposte definitive. Al diavolo le formule. Credo che se il mondo non fosse così incasinato e pieno di fraintendimenti, lascerei perdere. I conformisti non valgono niente.
Non è mai possibile andarsene via prima. Pensi sempre: «Adesso scappo e me ne vado da questa città», ma se hai una moglie sai che anche lei deve prepararsi, e se hai un figlio o due sai che anche loro devono prepararsi. Se poi hai due figli e una nonna, ci sono un sacco di bagagli da fare. Così potrai dire a tua moglie e alla tua famiglia «andiamocene» un milione di volte, ma loro saranno comunque in ritardo.
Mi piace il movimento, il cambiamento, e odio le risposte, perché interrompono il cambiamento.
La vera comunicazione fra due menti avviene molto di rado e dura solo per un attimo, anche con quelli che ti sono più vicini, con cui sei molto intimo. Per il resto la vita è solo una serie di incontri superficiali. È così che funziona. È difficile fare un film che superi questo ostacolo, che scavi in profondità nella vita.
John Cassavetes, s.d. (estratti da “John Cassavetes. Un’autobiografia postuma”, a cura di Ray Carney; traduzione di Silvia Castoldi)