Una via

Oggi per la prima volta, guardando su internet una mappa del quartiere dove ho vissuto per tanti anni, fino a tre mesi fa, mi sono accorto di una particolarità di via Reggio. Vi si può scorgere un rettangolo, i cui lati corrispondono, partendo da sinistra in senso orario, a via Pisa, corso Regio Parco, corso Verona e via Cagliari. Ebbene, via Reggio è una specie di diagonale che, provenendo dal ponte Rossini, di cui costituisce la naturale prosecuzione, entra nel quartiere appena a sinistra del vertice basso formato dalle vie Pisa e Cagliari e arriva fino alla grande rotonda di corso Verona – attraversata anche da corso Regio Parco – formando lì, nel vertice alto a destra del quadrangolo, due angoli quasi uguali (grossomodo, uno di 40°, o poco più, e uno di 50° o poco meno).
Insomma, via Reggio rompe la monotonia del reticolo – di origine romana – che caratterizza questa zona, così come molte altre della vecchia Torino. È disobbediente, va per conto suo, per la tangente, si potrebbe dire. E ora mi rendo conto molto meglio del perché sia una via non così facile da trovare, per chi la cerca la prima volta sia camminando sia guidando un’auto. Io stesso, nei primi tempi, mi confondevo un po’ quando dovevo arrivarci da via Parma, soprattutto; aveva qualcosa di insolito rispetto alle altre strade, proprio per il fatto di rifiutare certi automatismi tipici delle vie perpendicolari, parallele fra loro da due punti di vista. Via Reggio no, non è parallela a nessuna altra via, se ne va per conto suo, partendo appunto dal fiume e versandosi nella rotonda, dove è come se si spegnesse, dato che, diversamente dalle altre due strade, sul lato opposto non c’è una via che le corrisponda. Finisce insomma improvvisamente, come un sogno subito dopo il risveglio.

(scritto il 25 giugno scorso)