Paura

I più fluttuano miseramente fra la paura della morte e il tormento della vita: non vogliono vivere e non sanno morire. Renditi piacevole la vita liberandoti da ogni preoccupazione intorno ad essa. Nessun bene giova a chi lo possiede, se non si è anche preparati a perderlo.

Innanzitutto esamina attentamente se ci siano indizi certi di sventura in arrivo. Per lo più ci diamo pena per supposizioni, e ci traggono in inganno quelle voci che fanno perdere le guerre e in misura ancor maggiore recano rovina ai singoli. Proprio così, mio Lucilio, troppo frettolosamente aderiamo alle voci pubbliche. Non valutiamo con sufficiente attenzione ciò che ci spaventa, e non lo storniamo da noi, ma ne siamo sconvolti e volgiamo le spalle come i soldati che la polvere agitata da un gregge in fuga fa scappare dagli accampamenti, e come coloro che si lasciano terrorizzare da qualche storiella anonima che si è diffusa in giro. Non so come, ma le vuote invenzioni dell’immaginazione ci sconvolgono fin nelle midolla. La verità ha una qualche misura, mentre ciò che è incerto alimenta le congetture e cade in balìa dell’arbitrio di uno spirito atterrito. Nessun terrore è così rovinoso, così irrefrenabile come il panico: in altre paure è la ragione ad abdicare, in questa è la mente stessa. Esaminiamo con cura la questione. Probabilmente qualcosa di male ci accadrà, ma non è già da subito vero. Quanti eventi non attesi sono accaduti! E quanti, attesi, non si verificarono mai! Anche se un giorno esso verrà, a che scopo andare incontro al proprio dolore? Abbastanza presto soffrirai, quando verrà: nel frattempo, promettiti le cose più belle. Che cosa guadagnerai? Tempo.

Spera in ciò che è giusto, ma preparati alle peggiori ingiustizie. Ricordati di sottrarre alle paure il tumulto che le accompagna, e di vederle per quello che realmente sono: ti accorgerai che in esse non c’è nulla di terribile, se non il timore stesso. Vale anche per noi, fanciulli cresciuti, quel che accade ai fanciulli: se vedono mascherati coloro che amano, con i quali hanno confidenza, con cui giocano, si spaventano. Non solo agli uomini, ma anche alle cose bisogna togliere la maschera e restituire loro il vero sembiante.

Seneca, estratti da Ad Lucilium epistulae morales

(prima notizia dall’esilio)