Ci sono persone non in grado di pensare. La loro scatola cranica è semivuota e le pareti sono intonacate con un impasto a base di cacca di gallina. Quando ‘pensano’, in verità si limitano a scegliere, aprendo i cassetti del loro piccolo archivio, una frase fatta contenente almeno un luogo comune, qualcosa che sia comunque sempre ad hoc, adatto alla situazione, come per un vestito. Dopo averla tolta dal cassetto, la pronunciano o la scrivono, certificando e perpetuando così ogni volta la vacuità loro e del sistema di cui fanno parte. Chi realmente pensa, chi cerca ogni volta di entrare in sintonia con un’esperienza che si trova a vivere, o di afferrare il senso di un fenomeno a cui gli capita di assistere, denudandosi al suo cospetto, non può aver nulla a che fare con quelle persone e dovrebbe accuratamente evitare di mischiarsi con esse, per salvaguardare la propria preziosa integrità. E la propria anima, soprattutto.
(ringrazio Werner Herzog, Totò e Peppino De Filippo per avermi dato, sia pure del tutto inconsapevolmente, sostegno morale e ispirazione nella stesura di questo piccolo testo; qualcuno capirà come e perché, tutti gli altri se ne facciano una ragione)