Apparentemente, grazie all’arte – quella visiva tanto quanto il cinema, la musica e la letteratura – possiamo ancora esperire dimensioni altre rispetto a quella dominante, razionale, scientista, tecnologica. Pare così possibile avere visioni o vivere esperienze straordinarie, vitali, vivere insomma come si viveva secoli fa, rischiando spesso la vita ma traendone la massima intensità.
Attenzione, si tratta di un inganno, peraltro evidente: sono surrogati di tali esperienze quelle che crediamo di vivere ora guardando un film, assistendo a un concerto o leggendo un libro, visitando un museo o una galleria. Così facendo ci allontaniamo sempre più dalla vera vita, là fuori, dove tutto continua ad accadere secondo antichissime e implacabili regole, perciò fa freddo o caldo, piove, grandina o nevica, si fa fatica, anche molta, si soffre, e proprio perciò, di quando in quando, si va in estasi.
(28 settembre 2024)